testimonianza
GUATEMALA, ES IMPRESSIONANTE!!!
Erika Sbarbati
Si, impressionante probabilmente è la parola più adatta a descrivere questa esperienza. Parto con il dire che non
sono nutrizionista e già per me era incredibile poter pensare di avvicinarmi ad una realtà di questo genere. Piena
com’ero di ammonimenti e preconcetti su quello che avrei trovato, sentivo un senso dell’impotenza già prima di
partire, dato dal terrore di non essere all’altezza, di rimanere inerme. Di non poter dare niente, essere
completamente sterile, inutile davanti alle esigenze di qualcuno di così lontano e diverso.Poi sono partita, insieme
a me due nutrizionisti, due amici, Martina e Massimo. Arrivati alla città della Felicità: l’inizio è stato gioioso, ma
strano.
Non mi rendevo ben conto, forse ci ho messo un po’ addirittura a realizzare dove fossi. Cercavamo di
conoscere, ma ogni giorno al CRN ci sentivamo rispondere: “como ustedes quieran” ,“ustedes mandan” (come
volete voi). E noi? Completamente spiazzati… era possibile che delle persone che conducono lì la loro vita fossero
in grado di annullarsi completamente ogni volta che un volontario arriva? Stravolgere totalmente le loro abitudini
per prendere quelle dello straniero di turno? Era realmente quello il compito che ci spettava, oltretutto? Andare e
diffondere il nostro sapere di carta facendo tabula rasa di tutto quanto ci avesse preceduto? No, non lo era.
Quello era il loro modo per farci sentire benvenuti, per farci sentire a casa, per dirci 'ehi, grazie di essere qui.
Sono bastati un paio di giorni per guadagnare la loro fiducia. Due giorni dedicati a conoscere loro,
storie ed abitudini. Due giorni d’attesa apparentemente senza azione, che forse sono stata l’azione più grande di
tutte e hanno fatto capire loro che non eravamo lì per imporci. Così è stato che ci hanno permesso di entrare nei
loro cuori, oltre che nella loro vita per qualche tempo. In questo Martina e Massimo sono stati meravigliosi, in
punta di piedi si sono inseriti nelle loro giornate, riuscendo a trasmettergli nuove abitudini. Bisognava calarsi nella
loro vita e vedere le cose coi loro occhi, prima di poter riuscire ad aiutarli in maniera efficace. Il rapporto
interpersonale è la chiave di tutto, forse da dove veniamo noi.. è un po' trascurato, sottovalutato. Ogni volta che
arriva un bambino al CRN, non è solo una malattia da curare: è una battaglia che è stata vinta per convincere la
famiglia a ricoverarlo, è una mamma da conoscere e confortare, è un papà che rimane a casa con i fratellini e non
sa se e quando tornerà tutto normale, è una battaglia ancora da combattere. Martina dice che l’esperienza è stata
forte al CRN, io ho capito quanto ti può straziare il cuore il pianto di un bambino quando non hai la soluzione. Ai
miei occhi forti sono stati loro, forti sono le mamme, i medici e gli infermieri, le suore. Loro che ogni giorno si
svegliano con il sorriso stampato in volto accada quel che accada e scelgono di combattere per qualcosa di più,
per quel bambino che adesso piange.. ma poi sarà in grado di donarti il sorriso più bello di tutti. Come ha fatto
Emili, ma anche Aron e la sua sorellina. Prestissimo, comunque, ho capito che quel senso di inutilità che avevo
paura di provare all’inizio o di solitudine, non l’avrei mai provato in Guatemala. Ci sono infiniti modi di rendersi
utili, innumerevoli occasioni d’imparare cose nuove e crescere. Alla Ciudad de la felicidad hai davvero la possibilità
di rimettere mano a tutta la tua vita. E' un po' come se cambiassi occhi e fossi poi in grado di ristabilire il giusto
ordine delle cose, come essere in grado di dargli non dico il giusto peso, ma sicuro un peso più sensato! …e poi
alla Ciudad ci sono loro, i bambini che ci vivono e di cui si prendono cura le suore crescendoli ed educandoli, con
la scuola e tutto il resto! E loro sì, sono dei vulcani! Con loro la sfida è riuscire a ritagliarsi 5 minuti tranquilli!
Davvero parlerei per ore di ogni singolo momento, per poter almeno provare a trasmettere quello che
quest’esperienza è stata per me, ma non basterebbe il tempo. Quindi torno a dire: IMPRESSIONANTE!
Impressionante quanto si può essere diversi e comunque perfetti. Impressionante quanto abbiamo da imparare
anche se a volte ci sembra di no. Impressionante è tutto l’amore che si può dare, ma soprattutto impressionante è
quanto poco ci vuole ad essere felici. Forse, tutti abbiamo bisogno di un po' di Guatemala.
Te extrano mi querida,
Nos vemos pronto!
Erika